MATTEO PUGLIESE | FOCUS

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Matteo Pugliese è tra i più apprezzati scultori italiani contemporanei. È entrato a pieno titolo nel collezionismo internazionale e i suoi lavori sono esposti in permanenza in gallerie italiane ed estere, da Oriente a Occidente. Alcune sue sculture sono state battute dalle principali case d’asta – Christie’s, Sotheby’s, Pandolfini, Bonhams e Dorotheum – raggiungendo sempre ottimi risultati.  Le sue opere sono permanentemente esposte in importanti gallerie in tutt’ Italia, nonché nelle principali città del mondo: New York, Roma, Hong Kong, Londra, Anversa, Lugano. Lo scultore è da sempre presente nelle più importanti fiere d’arte italiane e internazionali, come Hong Kong Art Fair (Hong Kong), Artefiera (Bologna), Arco (Madrid), Fiac (Parigi), Tefaf (Maastricht), Art Miami (Miami), CI Contemporary Istanbul.

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L’ARTISTA

«Penso che uno dei gesti migliori che si possano fare nella vita sia riuscire a raggiungere un sogno, o per lo meno far di tutto per realizzarlo, per metterlo in pratica. I limiti che noi abbiamo nel raggiungimento dei nostri sogni, spesso, se non sempre, sono mura che ci siamo messi davanti noi… muri che si assottigliano… tu acquisti fiducia e potere. Quel muro poi lo attraversi, e cessa di esistere.»  
– Matteo Pugliese

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L'artista, all'opera nel proprio studio milanese.

Matteo Pugliese si definisce uno scultore “per necessità”: un profondo e intimo bisogno di espressione ma anche di rifugio. La vocazione, sebbene si possa dire innata, non si è manifestata nell’immediato. Prima di dedicarsi alla propria arte, infatti, ha svolto – racconta –  numerosi lavoretti durante gli anni dell’università a Milano, dall’operatore di call center all’agente di vendita di spazi pubblicitari. Sono stati poi il suo destino e il suo talento a spalancargli le porte del mondo dell’Arte, esaudendo un desiderio prima inespresso: nel 2001, appena trentunenne, Pugliese organizza e autofinanzia la sua prima mostra, e da allora il suo successo è inarrestabile. 

Non è un caso che i lavori dello scultore ruotino dunque in gran parte attorno al tema del sogno: un desiderio di essere che aspetta solo di emergere. Si pensa sempre che i sogni appartengano ad un altro mondo, ma per Pugliese essi appartengono alla nostra realtà: vi ci sono radicati e da essa traggono tutta la loro forza.

Classicismo ma con effetti speciali, presenze estremamente materiche ma al contempo intimamente simboliche: ecco gli ingredienti della scultura di Matteo Pugliese. Nella propria arte lo scultore fa dialogare la lezione plastica di Michelangelo, del manierismo e di Bernini con l’immaginario dei fumetti, del cinema e dei miti antichi. Pugliese potrebbe senza dubbio ben condividere questa riflessione di Gustav Mahler: “la tradizione è custodire il fuoco, non adorare le ceneri”. Così l’artista salvaguarda l’essenza archetipa della modellazione e del fare demiurgico scultoreo con tutta la loro potenza simbolica ma innerva le proprie opere di un’anima contemporanea.

Tra le opere dell’artista non si possono non citare le sue serie più celebri: quella dei massicci Custodi (in inglese The Guardians), dall’aspetto di guerrieri ma protettori per vocazione; il ciclo degli Extra-Moenia, creature di bronzo tormentate e possenti che lottano per liberarsi dalle pareti; infine gli Scarabei, insetti-amuleto dallo stile decisamente più pop.

In esse l’ansia e il disagio dell’uomo contemporaneo sono evidenti ma trovano anche pace e purificazione. Se le mura della serie Extra Moenia sono soprattutto un limite da superare, le armature dei Custodi e le corazze degli Scarabei sono simboli di forza determinata, di tradizione, di memoria e intima costanza.

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I CUSTODI

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I Custodi sono presenze tetragone, massicce, stanziali: con una felice intuizione ludica e sottilmente ironica, Pugliese dà matericità ad una figura guerriera ma profondamente spirituale, che rappresenta l’idea di intima protezione e di sicurezza.

Come i Lari o i Penati, gli spiriti tutelari degli antichi Romani, essi incutono timore e reverenza: sono guardiani pronti a difendere senza usare violenza. L’atto scultoreo è poi un processo lento, minuzioso, meditativo, quasi maniacale: ogni Custode è un mandala, che richiede settimane di lavoro, bulloncino dopo bulloncino.

I Custodi di Pugliese, siano essi assiri, indiani, egizi, pellerossa o samurai, tutelano e garantiscono una tranquillità interiore ed esistenziale.

Nel 2020 l’artista ha creato un’esclusiva limited edition in ceramica dell’iconica opera “Custode Samurai” in sei differenti colorazioni: rosso, nero, blu, grigio, bianco e bronzato.

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“Sono qui, ti proteggo.
Custodisco le tue mura e il calore della tua casa. Voglio impedire a quel mondo di varcare la soglia di casa tua. Veglio, perché non ti venga a mancare il necessario ma soprattutto perché mai ti sia indispensabile il superfluo. Questo ti offro: una forza controllata pronta a mettersi in moto. Decisa, non arrogante. Determinata, non violenta. Imponente, non aggressiva. Starò con te e osserverò il tuo mondo prender forma davanti a te. Finiremo in diverse case, alcuni di noi forse attraverseranno il mare, e finiranno in posti che nessuno può immaginare. Saremo un esercito disperso, unito dalle persone che ci avranno scelto, che si saranno fatte scegliere da noi. Ascolta il nostro silenzio. Sono qui, ti proteggo.”

EXTRA MOENIA

«La sensazione di una forza contratta è la prima emozione che coglie lo spettatore di fronte agli Extra Moenia di Matteo Pugliese. Davanti a quei corpi portatori di una bellezza assoluta e tuttavia dolorosa. Subito dopo, la mente si scatena in una serie di libere associazioni. Che partono dalla statuaria greca per arrivare a Michelangelo, osano una deviazione verso la Santa Teresa di Bernini e poi approdano alla fotografia contemporanea. Perché Pugliese è classico, sì, ma fino a un certo punto.» 
–  Alessandra Redaelli

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Raw, 2015, bronzo, 74 x 37 x 23 cm

Gli Extra Moenia raffigurano uomini che tentano una dolorosa rinascita attraverso una lotta con una materia-muro che li imprigiona, che impedisce loro di vivere, di crescere, di esprimersi.

E’ chiara la matrice classica e il tributo alla plastica rinascimentale: non può non venire alla mente la lezione dei Prigioni di Michelangelo.

Figure intrappolate dentro la materia e il compito dello scultore è scoprirle, liberarle. Tuttavia emerge lo spirito innovatore di Pugliese, le cui opere si distinguono per essere straordinariamente attuali e contemporanee, nella frammentazione del soggetto in più parti e nell’interazione con il muro, che diventa parte strutturale e narrativa dell’opera.

Pugliese infatti in qualche modo fa un passo oltre al Maestro, riuscendo a liberare in parte quei corpi, facendoli uscire almeno con un passo, un avanbraccio, una mano, da quei muri. Nei corpi intrappolati si percepisce la loro emozione, la loro volontà e il desiderio spasmodico di essere e soprattutto di essere liberi.

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Vortice, 2017, bronzo, 130 x 52 x 30 cm

“La fuga dalle mura” è innervata da una tensione fisica e spirituale quasi epica, che fa leva anche sull’archetipo mitologico della nascita dell’eroe. Le ombre proiettate dalla fisicità dell’opera, poi, divengono anch’esse espressione magica dei moti dell’animo.

«L’istinto di allungare la mano per aggrapparsi a quella che, tesa nello sforzo, esce dal muro si scontra con una solitudine ineluttabile. La solitudine dell’eroe ma anche la solitudine dell’uomo nella sua strenua lotta quotidiana. Antica e modernissima. Senza tempo e forse senza redenzione.»
– Alessandra Redaelli

A Pugliese non piace indulgere sui temi della decadenza, della morte e della sconfitta. La visione che propone, opera dopo opera, è piuttosto uno sguardo positivo e vitale, anche quando le figure appaiono sofferenti, quando non violentemente tese nello spazio. Le sue opere sono soggetti contemporanei, frammentati, ma anche homini faber, che cercano di lottare per il proprio destino: come Pugliese fece nel 2001. In ogni figura si ritrova quindi lo spirito dell’artista, oltre che i suoi tratti. I visi sono autobiografici semplicemente perché, in questo atto artistico meditativo, l’unico modello sempre disponibile è l’artista stesso.

«Se voglio fare un’espressione corrucciata mi guardo allo specchio e anche se cambio capelli o naso o bocca alla fine sono sempre io». Figure così umane e così vicine, dunque.

TRA PICCOLI SCARABEI E OPERE MONUMENTALI

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Clinteria Amarilla (particolare), 2012, ceramica, bronzo, resina e altri materiali

Gli Scarabei di Pugliese sono amuleti pop, per propiziare un salto indietro nel tempo verso la felicità e la spensieratezza dell’infanzia. Proprio lo scultore racconta di aver tratto il soggetto da un ricordo di quando era bambino: un’estate in Sardegna, trascorsa insieme al cugino a giocare con gli scarabei stercorari. L’arte di Matteo Pugliese offre prova di una grande sete di ricerca e di sperimentazione. La sua produzione, originale quanto riconoscibile, è punto di riferimento nella letteratura artistica contemporanea, rappresentazione di nuovi linguaggi espressi con esiti imprevedibili.

Pugliese ha dato vita ad opere di diverso formato e con i più svariati materiali. Dal marmo alla terracotta, da Custodi minuti a soggetti monumentali di oltre due metri di altezza. 

Nell’estate 2016 più di trentacinque sculture di Matteo Pugliese sono state esposte a Marina da Pietrasanta in una mostra personale curata da Philippe Daverio. Extra Moenia e Custodi anche di dimensioni monumentali, insieme a Scarabei e ad alcune recentissime sculture realizzate in marmo e vetro soffiato presentate in anteprima assoluta erano allestite nella Villa La Versiliana e nel suo parco.

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Durante la mostra era presente anche l’opera “Die Mauer” la scultura di oltre sei metri di altezza della serie Extra Moenia che lo scultore ha presentato a Milano nel 2009 in occasione del ventennale della caduta del Muro di Berlino.

Dal 15 dicembre 2016 al 30 marzo 2017 Matteo Pugliese è stato protagonista della mostra Spiriti Ostinati, allestita a La Porta di Milano, presso l’Aeroporto di Milano Malpensa (Terminal 1), con cinque opere monumentali delle serie Extra Moenia e Custodi.

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Installation view mostra "Gli Spiriti Ostinati", Aeroporto Milano Malpensa

STUDIO VISIT

«Mi piace poter racchiudermi nel mio studio, con la mia musica e con I miei tempi, e abbandonarmi lasciare un pò le mani e la testa andare per conto proprio»

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Vi invitiamo a cogliere l’occasione di sbirciare nello studio dell’artista e respirarne l’atmosfera, guardando il video “A portrait of a studio”. 

BIOGRAFIA

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Matteo Pugliese nasce a Milano nel 1969. Nel 1978 si trasferisce in Sardegna con la famiglia: qui vive per i successivi 12 anni, durante i quali sviluppa una forte attrazione per il disegno e la scultura, iniziando a creare le sue prime opere lavorando l’argilla, senza alcuna formazione artistica. Dopo aver terminato gli studi classici a Cagliari, torna a Milano per frequentare l’università. Nel 1995 si laurea in Lettere Moderne all’Università degli Studi di Milano con una tesi in Critica d’Arte. Incoraggiato da alcuni amici, nel 2001 organizza e autofinanzia la sua prima mostra personale, affittando uno spazio espositivo privato nel centro di Milano. Solo diciotto mesi dopo le sue opere verranno esposte per la sua prima mostra “ufficiale” in una galleria di Brera, a Milano, e qualche mese dopo gli verrà dedicata una mostra personale a Bruxelles.

Oggi Matteo Pugliese è tra i più apprezzati scultori italiani contemporanei, anche a livello internazionale. Le sue opere sono permanentemente esposte in importanti gallerie in tutt’ Italia, nonché nelle principali città del mondo: New York, Hong Kong, Londra, Anversa, Lugano. Lo sculture è da sempre presente nelle più importanti fiere d’arte italiane e internazionali, come Hong Kong Art Fair, Art Miami, Tefaf Maastricht, Arco Madrid, Fiac Parigi, CI Contemporary Istanbul. Alcune sue sculture sono state battute dalle principali case d’asta – Christie’s, Sotheby’s, Pandolfini – raggiungendo sempre i migliori risultati. Nel 2018 ha realizzato una mostra personale presso il Boise Art Museum in Idaho negli Stati Uniti. 

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Tra le sue opere più famose ci sono gli Extra Moenia, creature di bronzo tormentate e possenti che lottano per liberarsi dalle pareti, uomini che tentano una dolorosa rinascita attraverso una lotta con una materia-muro che li imprigiona; e i Custodi, dall’aspetto di guerrieri ma protettori per vocazione. Siano essi assiri, indiani, egizi, pellerossa o samurai, tutelano e garantiscono una tranquillità interiore ed esistenziale. Matteo Pugliese vive e lavora a Milano.

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Mostra "The Guardians", 2018, Boise Museum, Idaho (USA)