Questo focus è dedicato ad ANNALÙ, talento italiano oggi di fama internazionale.
IL RESPIRO VITALE DELL’ARTE

Dalla sensibilità e generosità di ANNALÙ è nata, con il prezioso coinvolgimento della Galleria PUNTO SULL’ARTE, “Il respiro vitale dell’Arte”, un progetto che vede in ARBOREA un’opera dedicata alla fibrosi cistica e ispirata al tema del respiro che, a causa di questa patologia, manca ai malati FC. Arborea infatti è, nell’immaginifico dell’Artista, una Driade moderna capace di dare respiro, allungare la vita, come le Ninfe che davano forza e rigoglio vegetativo ai boschi.
L’opera era stata in precedenza esibita ad ArtVerona nel 2018, «ma subito dopo ho deciso di toglierla dal mercato e tenerla per me, proprio per il ruolo simbolico che ricopre nella mia vita personale, prima ancora che lavorativa» ha sottolineato l’artista. «Fin dall’inizio ho sentito un legame troppo intimo con la sua genesi e la sua presenza luminosa da separarmene. Questo accadrà solo quando intraprenderà un nuovo corso, come inno alla Ricerca.»
Estratto dall’intervista ad Annalù a cura della Fondazione Ricerca Fibrosi Cistica.
L’intervista integrale è disponibile al seguente link:
Leggi l’intervista


L’iniziativa prevede l’aggiudicazione dell’opera attraverso un’asta al rialzo, con base di partenza di 20 mila euro, valutazione inferiore alla sua attuale quotazione sul mercato internazionale.
Il ricavato sarà interamente devoluto alla Fondazione per sostenere un progetto di Ricerca FFC.
Regolamento Asta
L’opera è stata concepita nel periodo in cui Annalù ha scoperto di essere portatrice sana di fibrosi cistica: «Concretamente, mi sono resa conto che la mia arte poteva diventare un’opportunità per donare alla Ricerca sulla fibrosi cistica e così ho preso contatti con la FFC, la Fondazione per la Ricerca contro la Fibrosi Cistica. Nella mia visionarietà Arborea è una ninfa boschiva che ha il potere di dare vita come l’afflato vitale dell’Arte che dona respiro a chi non ce l’ha».
La fibrosi cistica (FC) è la malattia genetica grave più diffusa in Italia (100.000 malati FC nel mondo). Colpisce molti organi, in particolare pancreas e polmoni. Ma è il danno ai polmoni che determina la qualità e la durata della vita, che infine porta i malati all’impossibilità di respirare. Solo la Ricerca può dare loro nuovo respiro.
ACQUISIZIONE FONDAZIONE VAF
Siamo lieti di informarvi che un’opera di Annalù è stata recentemente acquisita dalla prestigiosa collezione della Fondazione VAF in Germania, dopo una loro visita in Galleria. Si tratta del bellissimo “Fukingashi red wind” che vi riproponiamo qui sotto in foto.


La Fondazione VAF è un’impresa culturale tedesca il cui obiettivo è collezionare, valorizzare, rendere accessibile, diffondere e fare conoscere l’arte italiana moderna e contemporanea, dai capolavori del Novecento fino ai più recenti contributi creativi.
Con più di 2000 opere inventariate, questa collezione rappresenta oggi un vero e proprio compendio dell’arte italiana, che, partendo dalle opere del Divisionismo e del Futurismo, attraverso esempi singolari, presenta una serie pressoché completa dei principali nomi, delle più significative correnti e delle più importanti tendenze creative dal 1900 ad oggi.
L’ARTISTA

«Se mi si chiedesse di definire la magia di Annalù in una sola parola, credo che userei “cortocircuito”. Il cortocircuito mentale che immediatamente si scatena quando si coglie l’ossimoro che sta alla base di tutta la sua poesia. Il senso, appunto, di quella leggerezza potente, assertiva; il sussurro della materia che pur restando sussurro è tuttavia ineludibile; la sensazione di una natura viva, vivida, respirante sottesa però dalla palese lusinga dell’artificio, dell’impossibile, della creatura che può esistere, sì, ma soltanto nei sogni; il senso dell’istantaneo, dell’immediatezza, della fugacità così mirabilmente congelato in un presente eterno; la scultura che si impone nelle tre dimensioni, che conquista lo spazio e che nondimeno – vi sfido a negarlo – è assolutamente, incontrovertibilmente liquida. Una delle chiavi di questo miracolo di equilibrismo sta nella materia del suo lavoro. Scoperta con gioia, appresa con infinita pazienza, in un percorso arduo di vittorie e di sconfitte, conquistata, amata e odiata, rivelata in tutte le sue possibilità, domata – forse – ma mai del tutto, la vetroresina ha dato ad Annalù il senso fisico e concreto di un desiderio che nella sua testa e nel suo cuore esisteva da sempre…»
Alessandra Redaelli, curatrice, 2015

Annalù appartiene a quel genere di artisti per i quali il dominio della materia, della chimica, delle sostanze fisiche, è parte integrante di un più ampio processo di esplorazione che coinvolge certamente l’arte ma anche le dimensioni più impalpabili dello spirito.
Nelle sue opere è presente un senso di metamorfosi, di passaggio: Annalù è capace di assemblare elementi incongruenti come resine e carta, cortecce e lana di vetro, bitume e sabbia, cemento e radici, per creare nuove realta’, mondi sospesi dove vigono l’alchimia e la leggerezza.
Annalù è un’artista acchiappasogni, capace di ipnotizzare e liberare i pensieri degli osservatori, costruendo vortici di emozioni. Lo fa, ad esempio, con i suoi Dreamcatcher, acchiappasogni sacri fatti di farfalle di resina e colori cangianti: in bilico tra scultura e pittura, tra natura e chimica, tra materia e sogno… tra pensosità e leggerezza.


L’artista cerca di insinuare la dinamica nel pensiero: lo spettatore può guardare l’attimo ma immaginare il futuro.
«Non ho dei soggetti preferiti: ho delle storie da raccontare ed ogni volta cerco di trovare gli strumenti più idonei per farlo. Io sono il mio lavoro. Io sono la trasparenza e l’opacità, l’apparente fragilità strutturata con forte fibra invisibile; sono la disgregazione e l’assemblaggio; sono la materia che si smembra e l’inchiostro che si liquefa.»
VETRORESINA
In origine estratta dagli alberi come resina, oggi principalmente sintetica, la vetroresina è la materia regina nelle sculture di Annalù. Giocando con colori e trasparenze, l’artista veneta è in grado di creare contrasti affascinanti con una particolare sensibilità femminile: realizza fragili ragnatele che sembrano trame di pizzo; scaglia frecce su libri sospesi, trafiggendoli; solleva zampilli d’acqua, oppure vorticose cascate…

Da sempre la sfida costante per questa artista è stata quella di combinare una materia poco emozionale con un linguaggio espressivo che vuole essere sempre pregno di meraviglia, di vitalità e di poesia. Per far ciò ha dovuto imparare con il tempo, profonda passione, tanta ricerca e tanta sperimentazione, a controllare le reazioni chimiche alla base della lavorazione.
Le opere di Annalù, anche quando appaiono impetuose e vitali, hanno sempre un’estetica elegante, raffinata, poetica e mai banale. All’apparenza fragili come vetro, ma forti e resistenti, perché questa è la natura della vetroresina. Perché questa è la natura di Annalù.
“Il viso protetto da una maschera munita di filtri a carboni attivi, le mani coperte da doppi guanti in lattice, Annalù affronta la vetroresina come una guerriera, perché quel materiale così incantevole e leggiadro, durante la lavorazione può rivelarsi un temibile nemico. Lo scalda, lo modella, lo accarezza, lo plasma, lo allunga, lo sgocciola, lo corteggia, lo blandisce, lo incanta e se ne lascia incantare. Un lavoro faticoso, sfiancante, per prove ed errori, frustrante, talvolta, ma quando il pensiero si traduce in realtà, qualche volta in una realtà ancora più splendente di quella che si era pensata, la sensazione è di quelle che fanno battere il cuore.” –
Alessandra Redaelli, curatrice, 2015
Non c’è modo migliore per comprendere l’animo e la visione di un’artista come Annalù del sentirla raccontare di persona la propria arte e del poterla osservare immersa nel proprio ambiente di lavoro e di vita.
Vi proponiamo dunque di immergervi nel mondo dell’artista veneta attraverso questo video su di lei dalle Galeries Bartoux che come PUNTO SULL’ARTE promuove le sue opere.
SITE SPECIFIC
Il percorso artistico di Annalù è da sempre improntato alla ricerca e alla sperimentazione con nuovi materiali e temi. Questo slancio – all’innovarsi e al rinnovarsi – ha portato l’artista veneta a confrontarsi con opere di tutti i formati, dalle superfici 15×15 cm ad installazioni site specific di dimensioni anche monumentali.
Ne sono un esempio quelle che vi proponiamo qui brevemente, esempi della versatilità e della creatività di un’artista che non ha avuto timore di confrontarsi né con la natura dei luoghi che le sue opere avrebbero abitato, né con i modelli storici e iconografici di riferimento.
Con l’opera in bronzo della “Madonna Immacolata Capitana da Mar”, progettata per l’omonima Chiesa a Jesolo (VE), Annalù ha dovuto ad esempio confrontarsi con l’immagine sacra collocata sulla sommità della cupola della Basilica della Madonna della Salute a Venezia. Il risultato, tuttavia, appare di estrema novità: al vertice della grande cuspide a forma pronunciata di prua dell’edificio, la Vergine assunta avanza a passo energico e al contempo leggiadro, avvolta in un panneggio increspato per nulla barocco e modellato come fosse fatto di onde o corallo.





Non solo i temi del sacro o del mistico, nel portfolio delle opere monumentali di Annalù, che ha anzi saputo restituire il proprio spirito solo all’apparenza fragile e la propria estetica leggera anche attraverso installazioni fatte di forme geometriche o, al contrario, di soggetti vitali, tratti dalla natura.




BIOGRAFIA
Annalù nasce a San Donà di Piave (VE) nel 1976. Si diploma all’Accademia di Belle Arti di Venezia nel 1999 e già dal 2001 comincia ad esporre in Collettive e Personali in tutt’ Italia, come la Biennale di Venezia (nel 2001 e nel 2011) per poi approdare all’estero, da Hong Kong alla Florida a Los Angeles.
- Premi e menzioni: Premio Arte Laguna sezione Pittura e Scultura 2007 (2 Premi) e nel 2008 (3 Premi); Premio Pagine Bianche 2006; 1 Premio Stonefly per l’Arte Contemporanea 2008; Premio Ora 2011; I° Premio Opera le vie dell’Acqua 2012; Premio Zaha Hadid, Biennale di Salerno 2016.
- Musei: GAM Bologna; Museo di Storia Naturale a Venezia; Rocca Paolina di Perugia/Fondazione Burri; Palazzo Ca’ Capello di Venezia; Palazzo Ducale di Pavullo (Modena); Fondazione Benetton; Museo di Santa Caterina di Treviso; Museo Archeologico di Vasto (Chieti); Chiesa di San Francesco a Como; Chiesa di San Salvador a Venezia; Rocca dei Rettori a Benevento; Palazzo dei Papi a Viterbo; SDAI, San Diego;
Annalù è stata scelta come rappresentante italiana nella collettiva Internazionale presso il Museo Moya di Vienna. Le sue opere sono in esposizione permanente presso il MACS di Catania e il MIM-Museum in Motion di Piacenza.
Le sue opere si trovano in collezioni pubbliche e private di tutto il mondo.
ANNALÙ INASPETTATA
Annalù è un’artista riservata, che ama lasciar parlare le proprie opere e vivere privatamente le proprie gioie come le proprie difficoltà. Vi proponiamo però un’ Annalù inaspettata, grazie all’interessante intervista per ArTemperature, della quale vi proponiamo qualche passaggio e vi consigliamo la lettura integrale:
Qual è la tua opera che ami di più e perché?
A: Non c’è un’opera a cui io sia particolarmente legata: ognuna rappresenta un momento ben preciso, che però è sempre di passaggio, è transitorio e superabile, quindi lascio sempre andare ogni lavoro senza nostalgia. Esiste però un lavoro che per me ha uno start emotivo importante, si è presentato ai miei occhi come un’intuizione limpida, quasi fosse un’immagine dall’aldilà, ed è per questo che lo sento forse in maniera diversa.. Si tratta di Hermes del 2004 (in foto): l’installazione di un’altalena di piume che oscilla sotto un cielo che passa dalla notte al giorno… […] L’identificazione di Hermes con il dio egiziano Thoth ne fa una delle incarnazioni simboliche dell’arte alchemica e per me quel mondo mistico, esoterico, metafisico e filosofico è il pilastro su cui fondo tutto il mio lavoro.

Ci puoi dire tre cose che ami moltissimo e tre cose che odi?
A: Amo moltissimo annusare il pelo dei miei cani; il mare e la sensazione divina quando creo qualcosa di nuovo. Quest’ultima dura veramente pochissimo ma è esaltante. Odio la finta modestia, l’arroganza ma più di ogni altra cosa le persone prevenute, che si fanno delle idee basate sul nulla.

Per approfondire il lavoro e le opere di Annalù, non dimenticate di consultare il catalogo NEFES – L’ALCHIMIA DI UN SOFFIO, dell’ultima personale dell’artista presso la Galleria PUNTO SULL’ARTE disponibile al seguente link: Sfoglia il catalogo