Johannes Nielsen | FOCUS

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SALDO COME UN ALBERO,
POETICO COME UNA MONTAGNA

ALBERI

Le sculture dell’artista svedese Johannes Nielsen sono opere caratterizzate da un minimalismo esteticomolto evidente: i suoi soggetti sono corpi umani e animali longilinei, privi di caratterizzazioni, con arti asciutti e volti impassibili. Essi si snodano davanti ai nostri occhi con delicatezza e intensità insieme, ora con i piedi ben saldi, ora plasticamente in moto.

Nielsen Johannes, Silence, 2022, bronzo, 68x37x31 cm, Ed.8_A011_00
Silence, 2022, bronzo, 68x37x31 cm, Ed.8
Nielsen Johannes, Beyond Silence, 2022, bronzo, 62x28x12 cm, Ed.8_A006_01
Beyond Silence, 2022, bronzo, 62x28x12 cm, Ed.8

Sono corpi in armonia figurale con lo spazio, contro cui non si stagliano come forze oppositive ma dal quale si fanno permeare e sostenere. Anche quando estremamente statiche, sono opere che non perdono vitalità: la luce rimane impigliata sulla superficie ruvida, facendone corpi slanciati; curve e spigoli non appaiono affilati e minacciosi, semmai accoglienti, come tronchi e rami d’albero. Proprio agli alberi ha guardato sempre l’artista, nella ricerca di un proprio linguaggio poetico. È dalle forme vegetali che egli trae ispirazione per plasmare le proprie creature.

Nielsen Johannes, Wind Whisper #2, 2022, ink on paper, 41x31 cm_edition size 25
Wind Whisper #2, 2022, ink on paper, 41x31 cm_Ed. 25
Nielsen Johannes, Wind Whisper #3, 2022, ink on paper, 56x46 cm_Edition size 25_A003
Wind Whisper #3, 2022, ink on paper, 56x46 cm_Ed. 25
«Mi sono sempre ispirato all’albero, sia come forma che come simbolo. Amo vedere l’albero spoglio durante l’inverno, il suo forte tronco che penetra nella superficie del terreno contrastando i suoi fragili rami che si protendono in alto verso il cielo. Poi ci sono le radici sotto la superficie del suolo, che scavano in profondità per trovare nutrimento e stabilità per tutto ciò che è fuori terra».
Johannes Nielsen
 
Fragilità, slancio, solidità, radici: tutti elementi facilmente ritrovabili in queste opere. Nonostante l’essenzialità dei tratti, nelle proprie sculture – nodose e sottili – Nielsen è capace di sintetizzare una grande potenza emotiva e un inaspettato dinamismo, che fanno di ogni torsione e movimento, per quanto lieve, un gesto energico e significativo. Come scrive il curatore Angelo Crespi nel testo critico che accompagna la mostra, «pur nel solido del bronzo, i cavalli di Nielsen esprimono il fremente desiderio di movimento, la bizzarria del loro corpo allungato».
Open Ocean, 2022, bronzo, 50x58x11 cm, Ed.8
Open Ocean, 2022, bronzo, 50x58x11 cm, Ed.8
Golden Sun, 2022, bronzo, 47x46x21 cm, Ed.8
Golden Sun, 2022, bronzo, 47x46x21 cm, Ed.8

Nielsen crea delle forme sottili ma non per questo dall’aspetto frivolo o privo di consistenza. L’essenzialità che contraddistingue il lavoro di questo artista non è frutto di un freddo ridurre al minimo la materia, di tirarla sottile e risparmiarla, ma di farvi entrare lo spazio, accoglierlo, un condensare pieni e vuoti con attenzione per riempire lo spettatore di contenuti profondi senza appesantirne mai lo sguardo o il pensiero, con la leggerezza ed eleganza che solo chi va all’essenzialità del mondo sa mostrare. Dove egli crea un buco o lascia fessure subito accorre una sorta di riempimento emotivo che fa sembrare quegli spazi vuoti ora così colmi di significato. L’opera non ci appare più monca o incompleta, anzi, ci pare pesantissima; viceversa, quando vediamo chiaramente come essa sia ben radicata a terra, ci appare leggerissima.

Silent Standing, 2022, bronzo, 45x10x10 cm, Ed.8
Silent Standing, 2022, bronzo, 45x10x10 cm, Ed.8
Shadow, 2022, bronzo, 47x10x10 cm, Ed.8
Shadow, 2022, bronzo, 47x10x10 cm, Ed.8

La figura umana appare scompaginata, spezzettata, ricomposta. Una figura da sondare trapassandola, bucandola, sottraendo materia piuttosto che cercando di riempirla. Nielsen sconvolge i corpi per restituire le fratture emotive e permetterci di riversarci in esse con il nostro sguardo. Egli attinge al parallelismo tra ciò che è immediatamente evidente, cioè le forme scultoree, e ciò che si nasconde dietro le forme oggettive, cioè le esperienze viscerali.
In queste opere, con pacatezza e senza eccessi di pathos, siamo posti di fronte alla dualità tra materialità oggettiva e realtà interiore di cui facciamo esperienza, entrambe ugualmente vere ed esistenti, l’uno e l’altra prevalente secondo la sensibilità di ognuno. La capacità dello scultore svedese è proprio quella di trasmettere all’osservatore una sensazione di bilico in cui egli è chiamato a riflettere sui propri stessi equilibri. 

In un’intervista, lo stesso Nielsen ha raccontato la scelta del proprio linguaggio scultoreo, empatico eppure essenziale: “Meno familiare con i linguaggi come forme di espressione, uso le forme per esprimere i miei sentimenti […] La mia visione del mondo e la mia percezione della vita si esprimono attraverso le mie mani, usando legno, rame o altri materiali. Alcuni li scolpisco, altri li impasto. La percezione espressa attraverso il mio corpo può trascendere i linguaggi e tutti possono essere presenti nello spazio. Questa è la più grande forza dell’umanità”.

Anche le opere di carta non sono mai spazi bidimensionali sereni ma superfici da sondare in lungo e in largo, fidandosi delle sensazioni fisiche ed emotive che ne originano. Ciò è dovuto alla materia del colore – lei per prima turbata – e al suo movimento, che sconquassa la superficie e rompe le figure, strappandole all’appiattimento, rendendole cariche di tensione, costringendoci ad affinare il nostro sguardo. Attraverso il segno grafico e la perturbazione delle linee, i sentimenti, gli afflati vitali, le sensazioni, i battiti e i colpi della vita si riversano oltre l’opera su di noi.

Arrivaler, 2022, bronzo, 24x10x11 cm, Ed.8
Arrivaler, 2022, bronzo, 24x10x11 cm, Ed.8
Nielsen Johannes, Departurer, 2022, bronzo, 24x11x11 cm, Ed.8_A009_01
Departurer, 2022, bronzo, 24x11x11 cm

Nielsen affronta il tema dell’identità dell’uomo, dei suoi moti trasformativi esteriori ed interiori, anche attraverso una figurazione del duplice e del diviso: nelle sue sculture corpi e volti appaiono spesso infranti, sezionati da un taglio netto o ricongiunti in modo nuovo, con lo spazio che li circonda o fra loro.  Sottolinea bene Crespi come si tratti di «un taglio irrimediabile ma dal quale traluce lo splendore del bronzo tirato lucido, che contrasta con il resto della scultura patinata di scuro e graffiata: “C’è una crepa in ogni cosa, è così che entra la luce”, canterebbe Leonard Cohen significando la virtù di questa scissione, cioè non una “diminutio”, semmai la possibilità di concepire un altrove, di vedere dentro o al contrario di rendere possibile al dentro di venir fuori».

Nielsen Johannes, Echo, 2022, bronzo, 55x11x11 cm, Ed.8_A015_00
Echo, 2022, bronzo, 55x11x11 cm
Endless (study), 2022, bronzo, 26x5x5 cm, Ed.25

Questa permeabilità tra dentro e fuori, tra uno e molteplice, tra stabile e instabile, emerge con forza in opere come “Endless (study)” o “Echo”, dove vi è un precipitare dell’uomo nell’uomo e così via in un gioco infinito: è questo il movimento silenzioso che siamo chiamati a fare noi fruitori, protenderci e radicarci, per aprirci a nuova conoscenza e una nuova percezione di noi stessi.

MONTAGNE

“L’uomo che sposta una montagna
comincia col portare via piccole pietre.” 
     Confucio

Johannes Nielsen attualmente vive con la famiglia in Cina, nella capitale Pechino, e ivi ha stabilito il proprio studio. Per la redazione di questo focus lo abbiamo contattato, ma potendo parlare con lui solo a distanza. Un po’ per il canale utilizzato, un po’ per il carattere delle sue opere agli occhi di chi le vede per la prima volta, ci siaspetterebbe da lui risposte asciutte e nette. In realtà la personalità dell’artista svedese, che si ritrova intessuta chissà come anche negli scorci del suo studio, è sorprendentemente ricca, pacata sì, ma calorosa, esattamente come si scopre essere ciascuna delle sue creazioni. 
Dove si vede duro materiale, dove si pensa ci sia solo il minimo indispensabile, emerge una grande e profonda poeticità e familiarità che permettono, senza accorgersene, di spalancare il pensiero. 

Allo stesso modo, nel dialogo avuto, è emerso un Nielsen accogliente, ricco di particolari, caloroso nel proprio racconto ed estremamente vitale. Quando gli abbiamo domandato come fosse iniziata la sua avventura in Cina e cosa lo avesse spinto a sceglierla come casa, la risposta non è stata per nulla fioca. Anzi, leggerete, è carica di emozione, che pareva avercelo lì in persona a raccontarlo. Ci ha parlato di quando, arrivato in Cina, per prima volta ha visto le montagne.
 
«Ho un ricordo di quando sono volato per la prima volta in Cina. Avevo 25 anni e nelle mie valigie avevo stipato mappe ed elenchi di luoghi che volevo visitare, il mio cuore era pieno di aspettative e la mia mente di curiosità. Mentre l’aereo si avvicinava a Pechino, guardavo costantemente fuori dai finestrini. Il pilota annunciò che mancava un’ora alla nostra destinazione e cominciarono a preparare la cabina per l’atterraggio. Diverse centinaia di metri sotto di noi ho visto montagne che non avevo mai visto prima. Erano picchi alti e aguzzi che penetravano dalla superficie della terra. Questo è stato il mio primo vero incontro con il paesaggio cinese. Quando sono atterrato non potevo comunicare con nessuno, ma in qualche modo ho sentito di aver compreso la cultura e le persone attraverso il mio incontro con le montagne. Ora, 16 anni dopo, sono ancora qui a Pechino e ho fatto diverse escursioni su quelle montagne. Ancora oggi a volte mi chiamano e io prendo la macchina e guido verso di loro. Ed è quando le incontro, che capisco perché vivo qui e qual è lo scopo della mia visita».

Cercando anche noi quei paesaggi del suo racconto, osservandone le forme mozzafiato che si slanciano verso l’alto senza fatica o peso apparente, ci è parso di avere una scossa, riconoscendovi quella stessa vitalità e silenziosa poesia che scorre lungo i sottili corpi di bronzo da lui scolpiti.

I Monti Huangshan
I Monti Huangshan
Le montagne Tianzi
Le montagne Tianzi

C’è stata l’occasione per uno sguardo al passato, dunque, ma anche per un rapido scatto nel futuro. Tra i più recenti progetti dell’artista svedese vi è infatti una serie di sperimentazioni con la tecnologia NFT e con opere d’arte digitali, un tema oggi molto discusso per il radicale cambiamento che comporta circa il valore ontologico, quando non economico, della produzione artistica. 
L’Arte digitale, per la sua natura intangibile, spesso si accompagna al pregiudizio della propria inconsistenza. È sorprendente come invece l’opera di Nielsen non sembri per nulla evanescente, trasformandosi piuttosto in uno spazio accogliente per il pensiero. Lo scultore si dimostra capace di restituirci oltre lo schermo quella stessa solidità e spazialità che ritroviamo nelle sue opere in bronzo e su carta, rendendoci dunque davvero curiosi di scoprire quali saranno i futuri sviluppi del suo lavoro.

«Quando scolpisci nell’argilla si tratta di aggiungere e aggiungere, lavorando la scultura dall’interno e verso l’esterno fino al suo completamento. Un giorno, quando una scultura su cui stavo lavorando è improvvisamente andata in pezzi, mi sono reso conto che invece di riparare e riattaccare i pezzi, gli avrei permesso di sfaldarsi ancora di più. È stato allora che mi sono incuriosito dell’atto del “rimuovere” nel mio processo di scultura. È stato divertente e lo spazio è stato invitato ad entrare nel mio processo creativo.
È stato questo nuovo processo lavorativo che mi ha portato anche a scoprire la scultura 3D, uno spazio digitale in cui non ci si hanno vincoli di gravità o di materiali. Ho iniziato scansionando in 3D il mio corpo e portandolo in un ambiente 3D. In un certo senso il mio corpo è diventato l’argilla per la mia futura scultura ed è tutt’ora la base per ogni mia nuova scultura. Queste sculture le ho poi stampate in 3D in modo che potessero essere fuse in bronzo. Quindi la transizione verso l’NFT è stata molto organica, avevo già molta familiarità con l’ambiente digitale quando è diventata famosa. Non mi creo aspettative, ma sono entusiasta di scoprire come si svilupperà e non vedo l’ora di offrire nuovi NFT in futuro.»

BIOGRAFIA

Foto profilo nielsen

Johannes Nielsen nasce a Falkenberg (Svezia) nel 1979. Nel 2001 si iscrive alla Scuola d’Arte di Lund. Nel 2003 si trasferisce a Dublino e diventa l’assistente del famoso scultore Patrick O’Reilly, dove affina la sua pratica scultorea. Ha partecipato a numerose fiere e mostre in Europa, Stati Uniti e Asia. I suoi lavori fanno parte di collezioni pubbliche e private in Europa, Singapore, Hong Kong, Pechino, Kalingrad, Hollywood, New York e Montreal.

Nel 2016 espone alcune sue opere in occasione della sua prima mostra personale presso il Songzhuang Museum di Pechino. Nel 2017 e 2021 alcune sue sculture sono esposte ad Art Stays, Festival Internazionale di Arte Contemporanea che si svolge ogni anno a Ptuj, in Slovenia. Nel 2021 ha presentato il suo lavoro al Westbound Art Fair a Shanghai. Dal 2011 è rappresentato in Italia da PUNTO SULL’ARTE. Vive e lavora a Pechino (Cina) con sua moglie e sua figlia dal 2007.