“Giorgio Laveri è un uomo dalle molte vite. Si avverte sempre un po’ di timore – quasi di sospetto – quando ci si avvicina a personalità poliedriche. La convinzione comune (dettata molto probabilmente da un banale: “Santo Cielo, ha già un dono! Non potrà certo averne due o tre…!”) è che se sei bravo in un campo, nell’altro non lo sarai altrettanto. E invece non è così: la storia è costellata di personaggi dotati di una carica creativa talmente strabordante da avere bisogno di più vie per esprimersi “
– Alessandra Redaelli

Nato a Savona, Giorgio Laveri si avvicina in età giovanile al mondo del cinema e nel corso della sua lunga carriera firma 52 pièces teatrali e 23 film a soggetto.
È negli anni ‘70 che inizia a traslare la sua esperienza cinematografica nel campo della sperimentazione artistica e delle plastiche, approdando così alla scultura e sodalizzando con la ceramica e quindi con le vicine manifatture di Albisola, luogo la cui nobile tradizione artistica è conosciuta e apprezzata a livello internazionale.
Gli anni successivi lo vedono presentare i suoi lavori oltre che in Italia anche all’estero e sue mostre sono allestite in Francia, Svizzera, Corea, Hong Kong e Montecarlo.
Laveri è un artista educato alla pluridisciplinarità, autore di performance, di installazioni e di creazioni artistiche sviluppate entro un’equilibrata miscela di spunti figurativi e tematici, oltre che di persuasivi aspetti scenografici e di limpidezza espressiva.
Il suo mezzo elettivo resta la ceramica smaltata con interventi al terzo fuoco, tecnica complessa e sofisticata che padroneggia come pochi altri e che intreccia al cinema e al teatro, anche nei soggetti scelti oltre che nel modo di presentarli a pubblico.


Tra Dicembre 2016 e Gennaio 2017, in occasione del 45° anno di carriera, Laveri è stato protagonista a Savona, ad Albissola Marina e ad Albisola Superiore dell’articolata mostra antologica Della Ceramica del cinema e del teatro… e di Giorgio Laveri, a cura di Giorgia Cassini. La mostra diffusa, dal titolo inequivocabile, ha cercato di sintetizzare proprio la natura poliedrica dell’artista: la produzione ceramica si lega a doppio filo con quella cinematografica e teatrale dello scultore, e non ne può essere mai (o quasi) separata.


Vi proponiamo ora un video nel quale Laveri viene intervistato nel 2011 e racconta di persona il proprio immaginario.
GIGANTI
– Alessandra Redaelli




Nelle opere di Laveri emergono tanto il lato ironico e ingegnoso quanto la perizia progettuale dell’artista, rivelando al contempo il percorso creativo che dalla funzione porta alla creazione, poi alla decorazione e infine all’emozione. Le sue sculture rileggono la nobile arte della ceramica in chiave giocosa e pop, offrendo ironiche e irriverenti “gigantografie del quotidiano”.


Soggetto prediletto dell’immaginario di Laveri è la realtà di tutti i giorni declinata in soggetti volutamente fuori scala. Rossetti, ciliegie, mollette, penne stilografiche, macchine fotografiche, temperini… carri armati.
Espliciti i riferimenti all’arte del XX secolo. Le opere si pongono tra la poetica del ready-made duchampiano e la Pop Art americana, entrambe sintetizzate in opere di ceramica che divengono esempio dell’altissimo artigianato italiano.
La celebrazione critica del consumismo di Laveri passa attraverso le immagini e i titoli delle sue opere: l’ironia e il desiderio di una riflessione coinvolgono attivamente l’osservatore che, catturato dalla lucentezza delle superfici, si trova intrappolato tra l’immaginazione e una riflessione questa volta interiore.


Tra le creazioni più emblematiche della produzione “gigantista” dell’artista non si può non citare la serie Una tira l’altra, scandita da maxi ciliegie carnose da mangiare con gli occhi, o ancora quella dei Truka, composta da iconici rossetti formato extra-large, fino alle coloratissime Mollywood, mollette da bucato iper-colorate che rileggono il reale in chiave ludica, simili a istantanee ispirate a una (stra)ordinaria quotidianità. O ancora le gigantesche Styló, penne stilografiche d’ispirazione cartoonist.
Queste ceramiche al terzo fuoco, dentro, sono piene di segreti, di racconti, di ricordi personali e di simbologie condivise, nonostante l’apparente patina glam in superficie: Truka è fascino, seduzione, icona della bellezza, certo. Però è anche maschera, finzione, paura di mostrare il proprio vero volto.


Nel 2019 è stato tra i protagonisti della mostra collettiva Lollipop inaugurata a Varese negli spazi appena rinnovati e ampliati della Galleria PUNTO SULL’ARTE. Una mostra coloratissima e gioiosa in cui il Neopop ha fatto da filo conduttore.


PERFORMANCE
Attraverso la ceramica, il suo mezzo espressivo più comune, passando dal cinema, al teatro e alla sperimentazione tra le diverse discipline, dal 1972 a oggi Giorgio Laveri ha realizzato oltre cento eventi in Italia e nel mondo.
Gli esempi citabili sono molti. Noi abbiamo scelto di ricordare Ciliegiotto, performance artistica con la quale ha animato Padova nel 2014, portando l’arte in mezzo alla gente, con l’intento tanto generoso quanto spiazzante di dissipare l’eccessiva soggezione e riverenza verso le opere.
50 ciliegie rosso fuoco hanno invaso alcuni dei luoghi storici della città veneta, come Palazzo della Ragione e Piazza dei Signori, mentre i passanti ignari, stupiti e poi divertiti, venivano invitati a raccoglierle.


Per l’occasione ha realizzato anche quattro ciliegie stellate come omaggio ai cieli di Giotto e agli affreschi nella Cappella degli Scrovegni.


BIOGRAFIA

Giorgio Laveri nasce a Savona. Dopo gli studi di formazione professionale sulla regia televisiva, dal 1974 inizia a dedicarsi al cinema e al teatro. Nel corso della sua carriera firma 52 pièce teatrali e 23 film a soggetto, collaborando inoltre con la televisione Svizzera. Dalla fine degli anni ‘70 inizia a traslare la sua esperienza cinematografica nel campo della sperimentazione artistica approdando così alla scultura e sodalizzando con la ceramica e con le vicine manifatture di Albisola, luogo la cui nobile tradizione artistica è conosciuta e apprezzata in tutto il mondo.
Nel 1993 fonda con l’amico e artista Patrick Moya il Movimento Artistico del Mediterraneo volto alla promozione dell’arte ceramica e negli anni successivi lavora alla stesura definitiva del Primo Manifesto della Ceramica Mediterranea. Nel corso della sua lunga carriera ha realizzato oltre un centinaio di eventi, presentando il suo lavoro oltre che in Italia anche all’estero in gallerie private e importanti spazi pubblici e musei: dal Complesso Monumentale del Pramàr di Savona allo Château-Musée Renoir a Cagnes sur Mer e al Palais de la Méditerranée a Nizza in Francia, da Montecarlo alla Florida, da Hong Kong alla Corea. Per oltre quindici anni ha partecipato a quasi tutte le principali fiere di settore in Italia e all’estero. Nel corso della sua carriera ha ottenuto importanti riconoscimenti in campo artistico, tra cui si segnala il conferimento del Premio alla Carriera nel 2016 da parte della Nobile Contrada del Nicchio e dell’Associazione Arte Vasai di Siena. Le sue opere fanno parte di collezioni private e pubbliche in tutto il mondo. Vive e lavora a Savona.